lunedì 18 aprile 2011

My Handmade Book


La mia idea per l'handmade book è stata quella di realizzare un cofanetto con delle tasche interne, in modo tale che, a ciascuna di esse, corrispondesse una sezione del mio blog. In questo modo, anche se l'oggetto tridimensionale ha delle caratteristiche comunicative proprie, diverse dal blog, rimanda comunque ad esso non soltanto per la grafica utilizzata, ma anche per le stesse modalità di accesso alle informazioni.

A breve pubblicherò il video che illustra come è stato realizzato il cofanetto, che può essere anche utilizzato come porta-lettere o porta-foto.

giovedì 17 febbraio 2011

Il "randagio di Brooklin"

Jean Michel Basquiat, detto Samo, è stato uno dei dei più grandi - e controversi - artisti di quella "stagione di New York" degli anni Ottanta che ha avuto in Andy Warhol uno dei suoi maggiori e conosciuti esponenti. Artista "di colore" (le sue origini sono sono afroispaniche), ha vissuto una vita breve, intensa e rischiosa. E' morto di overdose nel 1988 a soli 28 anni.  

“Da quando avevo diciassette anni, ero certo di diventare celebre. Avevo delle idee romantiche sulla maniera di diventare celebre. Sognavo i miei eroi, Charlie Parker, Jimi Hendrix…”. Eroi entrati a far parte del mito grazie alla loro arte. Ma anche grazie alla patina di disperazione di un’esistenza segnata dalla droga, dalle discriminazioni razziali, da un successo esplosivo e inaspettato, tributato da platee di bianchi. Le stesse platee da cui provenivano le contraddizioni di una società iniqua. Il destino di Jean Michel Basquiat sarebbe stato lo stesso degli eroi che sognava. 
Se le ripetizioni di Andy Warhol sono una raffinata fotografia della società consumistica e dell’impermeabilità della nostra sensibilità a quella, i segni e i disegni di Basquiat sono le urla di chi ha vissuto sulla propria pelle l’indifferenza, la discriminazione, l’emarginazione di quella stessa vita a New York. Proprio negli anni in cui tali contraddizioni diventavano sclerotiche e si acuivano: gli anni Ottanta.  
Jean Michel Basquiat si definiva un "analphabet artist", forse per la somiglianza delle sue opere con i disegni dei bambini. Il pittore non usa cornici e spesso le tele sono stese su assi rozzamente incrociate. Il tratto è decisamente marcato e le pennellate molto corpose; questi elementi fanno in modo che l’arte di Basquiat sia un’arte povera, dei bassifondi, e proprio questo senso di decadenza era un’ottima espressione della caduta dei grandi ideali che ha caratterizzato gli anni Ottanta del nostro secolo. Elemento originalissimo è poi la scrittura; Basquiat, infatti, riempie ogni sua tela di innumerevoli parole che diventano un vero e proprio elemento compositivo del quadro. A volte l’artista scrive solo il titolo dell’opera, ma più di frequente troviamo elenchi lunghissimi spesso coperti con poderose pennellate. Non è ben chiaro perché il pittore abbia effettuato una tale scelta espressiva, ma senz’altro ogni parola aggiunge particolari indispensabili per il significato complessivo dell’opera e questo nuovo modo di fare arte ci fa riflettere sull’estetica della scrittura, che così non è più solo significato ma anche armonia di suono e di forma.
 


Al link http://www.megavideo.com/?d=05Q5G53B potete trovare il film "Basquiat", diretto da Julian Schnabel basato sulla vita dell'artista "American Graffiti" di Jean-Michel Basquiat, del 1996. 

sabato 20 novembre 2010

COSA E' IL DESIGN


Il termine Design letteralmente significa Progettazione, ma viene il più delle volte usato per definire il Disegno Industriale (...). Nel corso degli anni però il termine ha acquisito altri significati, difatti è anche usato per definire il profilo estetico di un prodotto (es: questa sedia presenta un design minimalista caratterizzato da linee pulite ed essenziali accostate a superfici ispirate alle forme geometriche più semplici), spesso quindi sta a definire la corrente artistica (o lo stile) applicata all'oggetto di produzione industriale.
Erroneamente il termine design viene usato anche per definire un prodotto di qualità o di ricercata personalità estetica. In verità questo uso sbagliato della parola design ha portato molta confusione attorno alla definizione del design stesso, in quanto spesso viene definito design non più il mondo del disegno industriale ma solamente una categoria ristretta di artefatti facenti parte di una categoria definita più appropriatamente col termine design ricercato, ovvero quella cerchia di prodotti firmati spesso di qualità molto alta (come
CASSINA, B&B, Kartell, Artemide, FLOS), ma anche economica (per esempio IKEA). In questa situazione il termine non sta più a definire nessuno dei due significati primari, in quanto design sta a definire qualsiasi prodotto di disegno industriale, o l'operazione di progettazione. La fonte di questa mescolanza di significati risale quasi alla nascita del disegno industriale stesso, poiché quando è nata la progettazione per la produzione industriale e le prime aziende leader nei vari settori, sono anche nati primi tratti distintivi, le prime personalizzazioni e quindi si è subito creato un parallellismo fra l'anonimo e il firmato, l'economico e il costoso. La "colpa" si può prevalentemente attribuire a casi come il made in Italy con la sua spiccata ricerca della qualità e notevole buon gusto estetico che ha portato in Italia e nel mondo il termine design avvolto da alta qualità estetica e produttiva.

La nascita del disegno industriale non ha una data ben definita, essendo un fluido progresso scandito solo da alcuni determinanti avvenimenti storici, l'unico modo per definire la nascita è associarla a questi avvenimenti. Alcuni sostengono che si può iniziare a parlare di disegno industriale sin dalla prima rivoluzione industriale del XVIII secolo, nata in Inghilterra e poi espansa in tutto il mondo occidentale. Effettivamente con la prima rivoluzione industriale nasce anche la figura del progettista orientato alla produzione industriale, ma non era ancora ben definita l'immagine del disegno industriale inteso come lo intendiamo al giorno d'oggi, ovvero un conglomerato di conoscenze stilistiche, concettuali e progettuali apportate a ideologie e valori (nonché personalità e originalità stilistica) che si vogliono esporre con un prodotto di disegno industriale.Altri critici sostengono invece che la data da attribuire alla nascita del disegno industriale sia quella della prima esposizione universale, ovvero la Great Exhibition avvenuta a Londra dal 1 maggio al 15 ottobre 1851. Durante questa esposizione, effettivamente, per la prima volta si è toccato uno dei temi più rilevanti del disegno industriale: l'identità dei prodotti che ci circondano. In questa esposizione sono stati raccolti una considerevole moltitudine di oggetti sopratutto di uso comune; poiché a questa esposizione parteciparono paesi da ogni parte del pianeta si ebbe un immediato confronto delle diversità e delle uguaglianze di prodotti quotidiani che negli anni avevano assunto forme e strutture talvolta simili anche fra culture che non si erano mai incrociate. Inoltre all'esposizione parteciparono anche molti artisti e nuove aziende che proponevano i propri prodotti per la prima volta in un evento espositivo di importanza internazionale e a un pubblico proveniente da tutto il mondo.
Pur con solide basi, il disegno industriale ha bisogno di altri avvenimenti molto importanti per arrivare alla sua completa formazione, la progettazione per il disegno industriale ha bisogno di passare per molti movimenti artistico-culturali e scuole di progettazione. Il Bauhaus per esempio fu determinante nella storia del disegno industriale, sia perché per la prima volta vennero separate le arti applicate dalle belle arti sia perché iniziava a formarsi una vera e propria disciplina attorno al mondo del design.
Dopo Inghilterra e Germania il terzo pilastro portante del disegno industriale fu l'Italia. Il bel paese contribuì significativamente al mondo del design, sopratutto nel campo dell'arredamento, dell'automobile, motociclistico e navale e del vestiario creando della progettazione in Italia un vero e proprio marchio di qualità: il made in Italy. Infatti alla progettazione industriale per la prima volta vengono valorizzate a livello internazionale notevoli qualità di realizzazione, cura dei dettagli, fantasia del disegno e delle forme, durevolezza.

I campi del disegno industriale sono molteplici, si possono racchiudere fondamentalmente in tre 3 grossi campi spesso in relazione fra loro:
  • Design del prodotto
si tratta del settore più vasto poiché si occupa di qualsiasi oggetto fisico (ma a volte limitato solo alla fase concettuale, a un prototipo o ad un semplice esercizio di stile) che circonda ogni essere umano e veste ogni spazio architettonico o urbano. In esso vengono racchiuse tutte le discipline inerenti alla progettazione di un oggetto fra cui ricordiamo quelle con più mercato:
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Design dell'arredo (che comprende anche il Lighting design) - Design automobilistico - Design navale nautico - Design della moda - Packaging design

  • Design degli ambienti e degli spazi
Questo ramo del disegno industriale lavora spesso parallelamente a due rami dell'architettura quello degli interni e quello rivolta all'urbanistica. Il design degli spazi si occupa prevalentemente alla progettazione ed all'allestimento di ambienti interni ed esterni.
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Design degli interni

  • Design della comunicazione
Il Design della comunicazione nasce parallelamente agli altri rami del disegno industriale, per forza di cose poiché la progettazione di un prodotto finito prevede anche la sua presentazione. Si intensifica e arricchisce di molteplici altre conoscenze tecniche con l'avvento sempre più importante dei sistemi di comunicazione tramite immagini "virtuali" (televisione, internet). Il progettista della comunicazione si occupa di molteplici sistemi di presentazione dei vari prodotti di disegno industriale (spesso con lavori di grafica), ma anche di servizi e marketing tramite pubblicità e realizzazione di siti web e sfrutta al meglio le proprie conoscenze per "colpire" il target di vendita e aumentare l'appetibilità del prodotto venduto o del servizio offerto o riuscire a trasmettere un determinato messaggio. Essendo il ramo più influenzato dalle nuove tecnologie virtuali e grafiche il design della comunicazione racchiude molteplici sottocategorie fra cui:Web design - Interaction Design - Food Design


Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Design